"Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano"

Quest’anno, abbiamo trascorso un fine settimana nel Parco dell’Appennino Tosco-Emiliano. Una votla presi accordi con il rifugio, siamo partiti in dodici. Siamo usciti dall’autostrada della Cisa a Berceto e ci siamo trovati in un ambiente per noi nuovo. Paesi molto distanti tra loro, strade strette e dissestate, salite e discese, curve a non finire, limiti di 30 km orari. Alla fine arriviamo al rifugio Lagdei (1250 m.), dove c’è anche il centro informativo del Parco, in mezzo ai boschi e … senza rete per i cellulari.

Abbiamo alloggiato nella casetta nel bosco a circa 200 m. dal rifugio. Pronti via per la prima escursione, destinazione il Monte Marmagna, da dove si può vedere il golfo di La Spezia e il mare. Imbocchiamo il sentiero che attraversa un piccolo tratto di abetaia per prendere a risalire a svolte la faggeta, il classico tipo di bosco che ricopre questo versante dell’Appennino. Si sale su una ampia mulattiera ingombra di grossi massi, come accade spesso da queste parti. Si continua a risalire sulla larga mulattiera quasi lastricata, fino ad arrivare all’ampia conca che ospita il Lago Santo, sulle cui rive si trova il Rifugio Mariotti  (m. 1520). Andiamo avanti fino alla sella del monte Marmagna. La nebbia che sale proprio dal versante toscano ci impedisce di godere il panorama verso Pontremoli e la Toscana. Ci fermiamo e i più curiosi, senza zaino, seguendo il crinale raggiungono la grande croce della vetta, il punto più alto dell’escursione odierna (1851 m.). La Croce eretta assieme ad una Madonnina poggia su un grande basamento di sassi. Pranzo al sacco e si ritorna indietro per lo stesso itinerario di salita. Costeggiamo nuovamente il Lago Santo e scendiamo alla casetta nel bosco. La sera è dedicata all’assaggio delle specialità del luogo e poi a nanna.

Il sabato affrontiamo l’escursione più lunga. Saliamo al Lago Santo e ci dirigiamo verso la zona protetta del Parco, dove numerosi cartelli intimano di non allontanarci dal sentiero. Proseguiamo nel bosco fino a quando un bellissimo panorama si presenta ai nostri occhi. Siamo sul limite superiore della “Riserva Naturale delle Guadine Pradaccio”. il bosco termina improvvisamente e ci troviamo sulle praterie aperte sottostanti il monte Aquila. Distese di rododendri e mirtilli, fiori di ogni specie nei vari colori, creste di montagne e boschi di Faggio e Abete bianco autoctono e in fondo alla valle il Lago di Pradaccio di un colore verde scuro. Dal Passo delle Guadine il percorso è in discesa. Ci fermiamo alle “Capanne di Badignana” dove pranziamo con il maxi “panino” con Prosciutto crudo di Parma preparatoci la mattina al rifugio Lagdei. Tre cavalli ci fanno compagnia. Scendiamo ancora fino al “Rifugio Lagoni”, vicino ad uno dei due laghi, e ci riposiamo prima di affrontare la “Strada Lagoni” che ci riporta al punto di partenza.

La domenica risaliamo sulle nostre auto e per strade strette attraversiamo orizzontalmente l’Appennino fino ad arrivare alla “Pietra di Bismantova”. La “Pietra di Bismantova”, montagna sacra e quasi magica, si presenta come un enorme scoglio roccioso arenaceo di particolarissima conformazione a massiccio isolato di tipo calcarenite miocenica, sulla cui sommità si stende un vasto pianoro erboso di 12 ettari. È tra i simboli più conosciuti e apprezzati del  “Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano”. Prima di riprendere il viaggio di ritorno a casa pranziamo in una trattoria del luogo e ci lasciamo deliziare dal buon cibo a buon prezzo. Così termina la nostra avventura.