Paleo day 2019
Il Journal of Paleontology, una delle
più importanti riviste di paleontologia al mondo, denominerà i piccoli crostacei
trovati a Cà del Frate, fra Viggiù e Besano, ma anche in Cina e in Germania, col
nome di Vicluvia (Vicluvium era
l’antica denominazione di Viggiù).
Ancora una volta, insomma, la
Valceresio e il sito Unesco del Monte Sang Giorgio faranno il giro del mondo.
Stavolta è merito dei “figli” del Lariosauro, cioè quella moltitudine di piccoli
crostacei fosssili trovati qualche anno fa sotto il Monte Orsa e il Colle del
Sant’Elia, verso Besano, e risalenti a 240 milioni di anni fa quando da queste
parti, come sostengono gli studiosi c’era un mare simile a quello delle Bahamas.
La novità è emersa quando il G.A.M. e
il comune di Bisuschio, con le Guide del Monte San Giorgio, hanno organizzato il
“ Paleo day”, con visita al sito di Cà del Frate, alla Cava Danzi e tappa al
Rifugio Gelindo. L’appuntamento è stato voluto anche per celebrare quanto
iniziato quarant’anni fa, quando i volontari dell’allora Museo civico di Storia
naturale di Induno Olona riscoprirono una vecchia località fossilifera citata
già all’inizio del secolo scorso. Non era stato facile, perché nel frattempo Cà
del Frate era stata chiamata Bernasca. Poi la “caccia al tesoro” ha avuto un
avolta: “Con l’aiuto del proprietario Ginetto Olgiati – ricorda Andrea Tintori,
ex docente di Paleontologia all’università di Milano – iniziarono gli scavi
sistematici e, da subito, ci si rese conto che questo che questo livello
fossilifero, uno dei tanti sul Monte San Giorgio, non era stato molto
considerato, forse perché ricco soprattutto di pesci molto piccoli. Su circa
4.000 pescetti recuperati, solo un paio sono più lunghi di 10 centimetri.
Ma piccoli non vuol dire meno
importanti, anzi. Tra i fossili piccoli, infatti, si trovarono per esempio
quattro embrioni di Lariosauro, i cui genitori erano lunghi circa un metro. E
proprio il Lariosauro tirò uno scherzetto ai ricercatori: due giorni dopo
l’inizio degli scavi, venne ritrovato un esemplare fenomenale, lungo più di un
metro. Si pensò subitoche quello potesse essere l’inizio di una sorta di
“Pompei” del Monte Sang Giorgio, vale a dire un sito ricchissimo di fossili. E
invece le rocce furono generose, ma soltanto di tantissimi esemplari
scientificamente interessanti, ma di modeste dimensioni.
Recentemente, invece, “il sito – ha
aggiunto Gianluca Danini, storica figura scientifica della Valceresio – ha avuto
delle migliorie, come l’abbattimento delle barriere architettoniche, i pannelli
illustrativi e il percorso braille per i non vedenti”. Chiaramente, come molti
altri luoghi in italia servirebbero più rosorse e una migliore manutenzione per
tenere puliti gli scavi dai rovi e dal muschio, oppure per migliorare una
segnaletica dei sentieri, talvolta mancante, fuorviante o non uniformata nei
colori e nelle indicazioni.