Parco dell'Argentera (CN) - (Alpi marittime)
Dopo averne tanto parlato la tanto
sognata tre giorni con il G.A.M. è finalmente arrivata.
Una piccola carovana di auto parte di
buon mattino dalla sede del gruppo a Bisuschio, meta: il Parco Argentera. Io
sono in auto con Alfio (per gli amici “Affio”) la di lui moglie Franca e la
sciura Maria (una dei capi del gruppo). Dopo una breve sosta in autogrill per un
buon caffè abbiamo una prima tappa culturale al Castello della Manta dove dopo
breve scalinata ci accoglie questo maniero ed abbiamo l’occasione di ammirare le
varie sale, ripensando alla storia vissuta, ai misteri ed ai segreti racchiusi
tra le sue mura tanto da restarne affascinati. Abbiamo modo di vedere anche i
restauri terminati di recente. All’uscita ci scappa anche un clic per la foto di
gruppo, dimenticavo all’interno del castello due “DAME” danno il meglio di sé
con una sfilata di abiti d’epoca.
Riprendiamo le auto e si parte alla
volta di Entraque dove nelle immediate vicinanze del lago della Rovina parte una
vecchia strada di servizio della diga che avrà come meta il Rifugio
Genova-Figari.
Dopo un piccolo break, armati di tutto
punto (zaini, bastoncini, scarponi, berretti ed una energia da far invidia al
mondo) si parte per l’avventura su un sentiero non impervio con fondo sassoso
(perché le montagne sono sempre in salita? Si chiede un’alpina della di pianura)
incontriamo un arcobaleno di varietà di fiori di cui purtroppo non conosciamo i
nomi ma di cui sappiamo alcune varietà essere endemiche (sassifraga florulenta)
e ci fanno da contorno montagne che sembrano disegnate tanto i contorni sono
nitidi, si sente lo scorrere dell’acqua delle numerose cascatelle ed il sole si
riflette negli specchi d’acqua dei laghi. Ci fanno compagnia anche numerosi
quattro zampe che ci sorprendono aggirando le curve (camosci, stambecchi,
marmotte, capre di montagna, numerosi uccelli). Arrivati al bivio dove inizia
l’ultima salita verso il rifugio incrociamo un pick up con a bordo il gestore
che ci saluta; la tentazione di chiedere un passaggio è forte ma resistiamo,
abbiamo una reputazione da difendere!
Durante la salita sono accompagnata
dal mio fotografo personale (Silvano) che si diletta negli scatti, tutti su
richiesta e ne uscirà un book degno di una star!!
Cammina e cammina ed all’orizzonte
appare il rifugio incastonato tra il Brocan lago alpino ed il Chiotas invaso
artificiale. Il benvenuto ci viene dato da Ciuchino, un asinello simpatico ed
intelligente. Ci assegnano le camere e le mie compagne di nanna sono: Nadia zia
(una delle due dame e l’altra chi mai potrà essere?) Silvana e la Ross.
Passiamo una serata conviviale e
rilassante parlando dell’escursione del giorno dopo. È prevista purtroppo acqua
nel pomeriggio e quindi si anticipa la partenza alle 8.
Di buon mattino scendo con Silvana per
assaporare il bel fresco e ci viene incontro il caro Ciuchino che si mette a
fare strani versi (non si può ragliare si sveglierebbero i gitanti) per attirare
l’attenzione: aspetta la colazione, una mela.
Ore 8 al fischio del nostro president
pronti partenza via per l’escursione; tutti in marcia per evitare la pioggia.
Costeggiamo il bacino del Chiotas ed iniziamo una salitina niente male.
All’inizio ammirando il panorama, scattando foto e osservando fiori e animali
reggo bene il passo salendo su un sentiero ad ampi tornanti con un fondo
sassoso, ma ad un certo punto devo arrendermi e rallentare il passo (che io non
abbia più il fisico??). Comunque in cima al colle del Chiapous ci arrivo eccome
se ci arrivo!! Guardo dall’alto il rifugio Morelli-Buzzi e dopo una breve sosta
mi accingo (come la maggioranza) a riprendere il percorso in discesa per il
rientro. Le nuvole ci avvisano che il tempo sta per cambiare. Solo due indomiti
Francesco e la Ross proseguono ma al loro rientro troveranno acqua ed
arriveranno al rifugio a “bagnomaria”.
Sulla via del ritorno ritrovo le mie
energie ed in men che non si dica siamo alla diga. Proseguo poi in compagnia di
Giovanni e ciacolando ciacolando arriviamo al rifugio sotto le prime sporadiche
gocce accolti dagli applausi della sciura Maria che oggi ha scelto di rilassarsi
un po’; siamo primi ovviamente dopo Maurizio che è sceso come uno stambecco ed
in un attimo è sparito alla nostra vista.
Dopo un succulento pranzo a base di
polenta e innumerevoli contorni passiamo il pomeriggio al rifugio bloccati da un
violento acquazzone. Verso sera smette di piovere ed all’arrivo del sole si
avvicina anche Ciuchino per la cena: una carota.
Durante la notte la pioggia fa da
sottofondo ai nostri sogni ed al mattino viene giustamente deciso di evitare il
percorso programmato perché potrebbe essere rischioso dato l’abbondante pioggia
e dopo aver fatto i patti con il tempo a metà mattina si intraprende la discesa
facendo il percorso del primo giorno a ritroso. Non mancano le emozioni: fiori,
animali persino i girini nelle pozze di acqua ma ad un certo punto ci appare una
deliziosa e numerosa famigliola di camosci con un dolcissimo cucciolo: si
lasciano fotografare per nulla intimoriti anzi sembrano mettersi in posa. Il
percorso è accompagnato dal sole e giunti al lago della Rovina è tempo di
saluti: ci avviamo alle auto per il rientro. Stesso equipaggio con “Affio” alla
guida ma poiché il nostro stomaco reclama ci fermiamo a Valdieri, dove ci sono
anche le terme, al ristorante dove soddisfiamo i nostri palati con un ottimo
piatto di pasta con trota fumèe e pomodorini e dopo un buon caffè siamo pronti a
ripartire. Senza rendercene conto in “poco” tempo siamo arrivati a destinazione:
siamo i primi con largo anticipo sui successivi arrivi. Ora vi svelo l’arcano:
il nostro autista era Vettel sotto mentite spoglie e viaggiava a bordo di una
Ferrari mimetizzata!!!!