Torno - Montepiatto (CO)
Qualche settimana fa ricevo il
programma di un’escursione a TORNO (Montepiatto) organizzata dal G.A.M. di
Bisuschio, gruppo con il quale ho già effettuato altre escursioni.
Da subito l’idea mi attira ed allora
contatto Maurizio (the President) per alcuni dettagli e confermo la mia presenza
e quella di una mia amica che ha accettato con entusiasmo la possibilità di
questa scarpinata.
Domenica 3 settembre di buon mattino
passo a prendere Angela ed attrezzate di tutto punto si arriva al parcheggio 2
giugno da dove si avrà la partenza di gruppo.
L’accoglienza è come sempre
cordialissima, anche se potrei essere considerata un’infiltrata, arrivando io da
ben altro lontano paesello della provincia, ed anche nei confronti della mia
amica si mostrano gentili.
Dopo le doverose battutine di prima
mattina la carovana di macchine si mette in moto alla volta di Como-Tavernola
per l’imbarco sul battello che ci porterà a TORNO da cui avrà inizio la vera e
propria escursione. Mi corre l’obbligo di dire che viaggiamo con il Presidente e
la cassiera (la sciura Maria), quale onore! Talmente a nostro agio che ridendo e
scherzando the driver allunga il percorso su stradine che portano in ben altra
direzione con il codazzo di auto che ci segue con gli occhi sgranati (ma hanno
fiducia in Maurizio) ed alla fine si raggiunge l’imbarcadero dove Falco, il
battello, ci porta all’incantevole paesino di TORNO con le sue semplici case,
angoli suggestivi e le viuzze strette che sembrano volerci abbracciare.
Dopo la sosta di rito per la colazione
alla Locanda Italia siamo tutti pronti per la camminata.
Ed al primo bivio il dubbio: sarà
questa o sarà quella la stradina da prendere; da un balconcino un signore, sul
cui cancello vedo la scritta Ariberto e scopro essere stato il fratello della
nonna morto nella grande guerra, osserva divertito la scena e ci viene in aiuto
fornendoci ampie spiegazioni che per metà si disperdono nell’aria …..
Finalmente imbocchiamo la giusta via
ed ecco che ognuno deve fare il proprio commento: è troppo ripida, è meglio
l’altra, noi andiamo dall’altra parte; la maggioranza insegue, è il caso di
dirlo, Maurizio che svicola nei vicoli; scale, mulattiere, scorci sul lago da
togliere il respiro complice anche la limpidezza della giornata, soste per le
foto per immortalare il momento, si sale si sale si sale, per fortuna si chiama
Montepiatto! Incontriamo cappelline dove anche le Madonnine sorridono al
passaggio di questo gruppo ridanciano, gli uccellini e gli animaletti del bosco
si nascondono dietro le piante e ci guardano perplessi.
Dopo avere attraversato un’antica
porta daziaria ed avere pagato pegno con un sassolino nell’apposita fessura, si
arriva in prossimità di un ponte e di una cappellina da cui parte il sentiero
archeologico che ci porterà a vedere gli AVELLI. Il primo che incontriamo è
l’Avello di NEGRENZA.
Gli Avelli sono antiche costruzioni
sepolcrali ricavate nei massi erratici, tipiche della zona, dove i defunti
venivano sepolti con il capo rivolto a est, verso il sorgere del sole; il gruppo
sosta incuriosito e poi prosegue di buona lena verso il prossimo Avello delle
PIAZZE, il più piccolo ma che conserva ancora il cuscino sepolcrale. Qui,
soddisfatte varie curiosità, si decide di fare la foto di gruppo.
Dopo questa deviazione si prosegue
alla volta di PIAZZAGA ma ahimè alzando gli occhi ci si accorge che ci aspetta
una lunga scalinata ripida con tanto di tornanti; indomiti ed intenti si
prosegue incentivati anche dalle visioni panoramiche che dall’alto ci offre il
lago. Superata Piazzaga dove appare un curioso cartello: Attenti Cavallo da
guardia! Tutti pensano di essere arrivati alla meta ma ci attende ancora una
mezz’ora abbondante di cammino. Una volta arrivati a MONTEPIATTO ci si addentra
nelle stradine del borgo e da subito ci raggiunge un profumino che i più
ignorano proseguendo verso il piazzale della chiesa per la sosta pranzo e per il
belvedere ma alcuni con fare da segugio (non faccio nomi) non resistendo deviano
verso sinistra per arrivare alla fonte di cotanto aroma e ci troviamo al Crotto
Montepiatto dove dopo un’accoglienza calorosa ci vengono serviti dei manicaretti
che accompagnati da un buon vinello deliziano anche il nostro stomaco.
Si riparte senza perdere tempo alla
volta della chiesetta di S. Elisabetta, dello stupendo belvedere sul lago e da
qui dopo un breve sentiero nel bosco alla PIETRA PENDULA (enorme masso erratico
sorretto da un sottile piastrino naturale che ricorda un grosso fungo).
E’ tutto molto bello e suggestivo ma
viene anche l’ora del ritorno ed un po’ sparpagliati si ridiscende per altro
sentiero che visto in discesa ai più fa meno impressione e non ci si stanca di
ammirare le meraviglie della giornata.
Arrivati a Torno visitiamo le due
chiese: la chiesa di S. Giovanni del chiodo (che al suo interno in una teca
conserverebbe la reliquia di uno dei chiodi della croce di Gesù) e la chiesa di
S. Tecla.
Nell’approssimarci alla zona
dell’imbarcadero scopriamo una dolce sorpresa: il gruppo GAM offre un delizioso
gelato ai golosi partecipanti. Degustandolo mi si avvicina Maurizio e mi chiede
se posso scrivere un articolo sulla giornata; accetto con piacere. Lo scrivo in
qualità di giornalista free lance essendo la giornalista titolare in trasferta
vacanziera.
Ci avviamo all’imbarcadero dove un
simpatico laghèe ci intrattiene fino all’arrivo di Airone il battello che in un
battibaleno ci porta a Tavernola. Si riflette, si chiacchiera e si ammirano le
storiche ville del Lario. Ivi arrivati ci si saluta in allegria dandoci
appuntamento alla prossima.
Ah dimenticavo: anche al ritorno
qualche disgressione stradale da parte del nostro driver (per me era tutto
programmato!).
A Bisuschio Angela ed io riprendiamo
l’auto per il rientro alle nostre casucce presso le quali portiamo entrambe la
gioia negli occhi e nel cuore di una giornata entusiasmante trascorsa in
piacevole compagnia.