"Voglia di Dolomiti" Ortisei - Val Gardena (BZ)
“Piatto ricco, mi ci ficco”, infatti
occasione da non perdere, prosaicamente perché in gruppo si risparmia ed il
rapporto qualità/prezzo è soddisfacente. Concretezza a parte, la meta è Ortisei,
wow Val Gardena! Nel denso programma si scrive di Col Raiser, Santa Cristina,
addirittura giro del gruppo del Sassolungo dal Passo Sella; il terzo dì,
domenica, tempo libero, possibile visita al museo etnografico, centro di cultura
per le cinque vallate ladine delle Dolomiti.
Si parte venerdì 21 luglio, bus
interamente occupato, volti festosi, chiacchiere a ruota libera, mai chiassose
però.
Notevole permanenza in pullman
ripagata dall’arrivo all’hotel Rodes, “streda” Digon, 10, immerso nel verde,
lontano, quanto basta, dall’Ortisei più rumorosa e trafficata. Per vari motivi,
sic, in modo particolare cronologici, non si rispetta la proposta iniziale e si
opta per Bulla.
Il paesino, frazione di Ortisei, si
trova su di un pianoro sopra il corso del torrente che scende dall’Alpe di
Siusi; è a quota 1480 m, il suo territorio appartiene al comune di Castelrotto.
A sud-ovest il monte Bullaccia con le rocce soprannominate “panche delle
streghe” divide l’Alpe di Siusi dalla Val Gardena.
Si raggiunge Bulla con più sentieri,
la maggioranza sceglie una mulattiera d’un tempo, resa più ampia e pure
asfaltata, altri un percorso naturalisticamente accattivante ma in alcuni punti
aspro ed impegnativo. Percorrendolo ci imbattiamo in chicche della flora alpina
di dimensioni e colori diversi dalle più diffuse: aquilegie (amor nascosto)
enormi, gigli martagoni a grappolo, aconiti bianco verdastri. Incontriamo
qualche graziosa baita moderna e funzionale occupata da gente del posto o agiati
villeggianti e qualche vecchio maso, memoria di un passato di fatiche,
sacrifici, duro lavoro di contadini ed allevatori che hanno reso e rendono la
Val Gardena così vera ed autentica, attrattiva turisticamente (troppo?). A Bulla
apprezziamo la chiesa dedicata a San Leonardo. L’origine risale al XII secolo,
in seguito l’edificio è stato arricchito con elementi gotici e barocchi.
Tutto è ordinato, fiorito,
accogliente. Restiamo il tempo necessario per riprendere fiato ed ammirare il
panorama di Ortisei in tutta la sua estensione ed il monte Seceda. Sappiamo
anche dell’esistenza di un roseto e di tre antichi mulini ristrutturati, in
parte funzionanti, che permettono di informarsi sul mestiere del mugnaio ed in
generale sul modo di vivere di quei tempi. Leggo inciso su una panca marmorea
“il silenzio nutre, il rumore consuma”.
Cena e sonno ristoratore, sabato ci
aspetta un’escursione di almeno 6 ore e mezza preventivata, poi ad ognuno il
proprio passo: anellone attorno al gruppo Sassolungo dal passo Sella.
Il Langkofel in tedesco e Saslonch in
ladino deve il suo nome alla forma “pietra lunga” (che fantasia!!) ed al
confronto con il Sasso Piatto (bifantasiona !!) che fa parte del gruppo montuoso
tra Val Gardena e Val di Fassa. I pinnacoli del Sassolungo sono noti con il nome
di Cinque Dita, ultima parte del corpaccio di un gigante che la leggenda vuole
sia sepolto lì. Il gruppo comprende anche la Forcella, Sasso Levante, Dente di
Mezdì, il Dente, tutte cime appena sotto o di poco sopra i 3000 m.
Rocce massicce, maestose quasi a
perpendicolo, ascensioni ardue ardue, ma basso aggiramento possibile...quindi
mettiamoci alla prova.
Scesi dal bus sul passo Sella,
attraversiamo pinete, abetaie, lariceti, bassa boscaglia di sempreverdi nani,
radure, sentieri battuti e, prima alla nostra destra, poi a sinistra, questa
rocciosa imponenza, intimidatoria ma allo stesso tempo protettiva, dolomitica
che più Dolomitica di così non si può! In tanta asprezza tenere stelle alpine
fanno capolino qua e là. Arrivati sotto il rifugio Vicenza, il sentiero 527 si
fa meno impegnativo. Si continua fino al Piz da Uridl e poi in salita verso il
rifugio Sassopiatto sul giogo di Fassa. Concessione di polenta, canederli,
strudel…
Quale onore da qui il percorso prende
il nome di “Friedrich August” cioè il re Sassone (tra sassi lunghi e piatti ci
sta bene pure Lui) Federico Augusto, amante di queste Alpi. Pure il nostro
Presidente di Stato Pertini, fan dolomitico, ha un rifugio a lui dedicato. Per
me è d’obbligo/vanto farlo ricordare: acquisto di Tshirt per le nipotine!
Fissate in memoria La Marmolada e le montagne del gruppo delle Odle in
lontananza, si scarpina per chiudere l’anellone e di nuovo al Passo Sella.
Domenica in piena libertà, togliamoci
il piacere di vivere Ortisei come turisti più o meno sedentari e pronti allo
shopping. Aperitivo al Caffè Corso e visita del Dolfi Land, il Mercatino
Natalizio più grande delle Dolomiti, aperto tutto l’anno. Scopriamo soprattutto
il fantastico mondo delle sculture in legno, di infinite forme e dimensioni; è
proprio necessario precisare, a questo punto, che l’insegna “Bildhauermeister”
cioè maestro scultore è la più diffusa in Val Gardena. Abili scultori di statue
per interni di chiese, ma anche personalizzate, di oggettistica varia sono il
fiore all’occhiello della valle, sono conosciuti ed apprezzati ovunque nel
mondo.