“Trekking in Marocco” con Liborio Rinaldi
Rieccoci sabato 27 febbraio nel maxisalone del nostro comune anche con
arcisatesi, indunesi e altra gente di valle per una serata di proiezione.
L'affezionato Liborio Rinaldi ci propone, questa volta, un trekking
sull'Atlante, catena montuosa più alta del Marocco, effettuato nel lontano
agosto del 2003. Ai giorni nostri è ancora fattibile ma con un certo rischio per
la realtà storica mutata in questi territori maghrebini, Marocco, Algeria,
Tunisia. Quindi ci accingiamo ad apprezzare ancora di più per il valore
nostalgico insito.
Territorio aspro, selvaggio, sassoso in tutti i possibili significati di
quest'ultimo aggettivo: massi, pietrame, sfasciume ...: decisamente impegnativo
avventurarsi. Colore predominante similporfido di Cuasso al Monte ma più
sbiadito e rugginoso. C'é da pensare che desolazione, vero solo in parte.
Infatti negli avvallamenti, nelle gole, a volte quasi canyon o canaloni
(uadi/wadi) appare una vegetazione rigogliosa, verde smeraldo, paragonabile ad
oasi predesertiche. E' qui che gli abitanti, schivi, timidi, come del resto
quasi tutta la gente di montagna, coltivano ed allevano ed a queste riserve di
fertilità devono la loro sopravvivenza.
Presto come al solito una discreta attenzione, ma mi lascio sorprendere anche dalle battute che fioriscono sulle labbra di varie persone/personaggi seduti alle mie spalle, età media 60 anni o giù di lì. A loro viene naturale il confronto con il nostro passato. "Car el mè fioo cum in indree, dam da trà, pegg che noun cent'ann fa!" "Ma guarda quella donna con un fascio di cardi selvatici sulle spalle, non è molto diversa dalla mia nonna carica di meregasc (foglie e steli di granoturco)" oppure "Quei panni coloratissimi stesi sulle pietre (vera opera d'arte moderna per luce, colore, disposizione) non sono lontani dall'immagine della biancheria che la stessa nonna buttava con attenta grazia sull'erba tenera dei prati nuovi a primavera". E via di questo passo con coloriture dialettali simili "ai legnanesi" o "alla compagnia dei 4 venti". Risatine e riflessioni.
Torniamo a Liborio ed intrepidi compagne/i di ventura con la loro guida berbera e i muli sovraccarichi. Diverse sono le tappe lungo questo percorso ad anello intorno al Toubkal, "vetta da cui si vede tutto", a 4165 m s.l.m., la più alta dell'Atlante. Sono soste serali in campi base, in ripari improvvisati, nell'unico rifugio ufficiale: stanza umida e fetida per fortuna con una terrazza, a 3207 m, del Club Alpino Francese. Senza dubbio e romanticamente, meglio la terrazza, i sacchi a pelo ed il cielo stellato! Tutto fila liscio fino alla fine con seratina festosa dedicata ai nostri eroi, tipica dell'ospitalità berbera. Semplice folclore, donne ed uomini dall'abito tradizionale, impiegati in una danza di corteggiamento, coinvolgimento degli escursionisti, cena con bevuta(!!!???): montone intero lessato più succhi di frutta, latticello fermentato, caffè, the ... Decisamente un tuffo nell'esoticonature, prima delle vere o sedicenti primavere arabe.
Grazie Liborio e G.A.M., ce ne andiamo a cuor leggero in attesa della prossima serata con Patrizia Broggi, Bolivia e ...
Noterelle: ATLANTE personaggio mitologico greco, titano, costretto a tenere sulle spalle l'intera volta celeste, pilastro del cielo. Secondo una tradizione il titano fu pietrificato da Perseo e divenne l'attuale CATENA MONTUOSA. ALTO ATLANTE cima più elevata TOUBKAL 4165 m s.l.m. a 63 km da MARRAKECH nell'omonimo parco nazionale. Prima ascensione nel giugno del 1923, ma sulla vetta già presente un CAIRN eretto dalla popolazione berbera. Citazione dell'Atlante nell'ENEIDE di Virgilio, IV 366-373 Per approfondire Atlantide e vertebra atlante ...