Dammahutte (URI/CH)

La proposta per domenica 5 luglio è davvero diversa, gammisti e simpatizzanti riusciranno addirittura a superare le Alpi attraverso il tunnel del San Gottardo e raggiungeranno il canton Uri (la Svizzera più Svizzera).  Non stringeremo la mano a Guglielmo Tell fino ad Altdorf, ma alla prima uscita dopo la galleria lasceremo l'autostrada per ascendere. 

Siamo a Goschenen, raggiungiamo con il nostro pullman Goschenen Alp. La strada è strettina, addossata al pendio roccioso della catena montana. Le gallerie che si snodano sono giuste, giuste a misura mezzo, paiono di cartapesta, ricordano nella loro rusticità le grotte a due  uscite del presepe. Molti si chiedono: "Troverà un posteggio l'autista? Riuscirà a girare?" Qualcuno: "Ma se giunge al capolinea, l'automobile postale (così in Svizzera si chiama il mezzo di linea locale) dovremmo arrivarci pure noi!" Eppure ecco, a fine dell'angusta valle, un pianoro e ben 7 posti BUS. Non solo. Ci appare l'ospitale Berggasthaus Dammagletscher cioè l'albergo montano del ghiacciaio Damma.

Ci circonda una catena i cui picchi toccano i 3630 m (Dammastock) i 3504 m (Sustenhorn) ... e ci domina il ghiacciaio Damma. Purtroppo dimenticate la categoria ghiacciaio cristallino, candido, trasparente, con striature e crepe e profondità verde acqua e/o cerulee. No, è una distesa ghiacciata polverosa e color sabbia, solo alla sommità mostra un biancore degno di questo nome. Qui si capisce perfettamente la riduzione dei ghiacci perenni; si distinguono l'anfiteatro morenico e la fronte glaciale che indietreggia. Ai piedi del Damma ecco il lago Stau (see), le sue acque rispettano proprio il vero color ghiaccio, senza toccarle si mostrano da geloni alle dita! Torniamo all'albergo montano.  Alcuni, colazione sì o colazione no, pensando all'impegno dell'ascensione, non si fanno mancare un friabilissimo kipfel con cappuccino (complimenti lo sanno fare!).

Ovvio che ora si formano i sottogruppi GAM: c'è chi se la prende comoda, gode con calma il suo break, per avviarsi poi lungo un sentiero piano e scoprire pascoli, attività, varia umanità ... ci saranno pure galletti con il campanellino ...; un sottogruppo più pronto a muoversi si unisce agli intrepidi. I due gruppi sono insieme perché la prima parte di percorso è comune; lungo l'alta sponda sinistra dello Stausee si giunge a capo lago; adesso i grandi camminatori, si fa per dire, s’inerpicano verso la Dammahutte, cioè il rifugio Damma a 2.439 m e gli altri proseguono il tour del lago a destra lungo un tragitto panoramico ma difficile e impegnativo per un continuo saliscendi di piccole morene, per il ghiaione scivoloso, per il pietrame in alcuni punti sconnesso: non farà sconnettere i camminatori per carità!

Chi sale, sale, sale si trova di fronte un bivio: a sinistra il sentiero panoramico permette di vedere meglio il ghiacciaio, il tragitto risulta più dolce, ma è più lungo; a destra (questa è la scelta) via aggrappandosi ai bastoncini e a un'attenzione ferrea. Nei tratti più sicuri si alza lo sguardo per scorgere, tra più vette aspre, una parvenza di Hutte -capanna, rifugio- o almeno una bandierina rossocrociata. Quanta fatica, costanza, volontà, sopportazione di calura diffusa dalla pietraia e per favore non chiedetevi "chi ve lo fa fare?" Perchè, quando appare tettuccio e bandiera, anche se il sentiero è difficoltoso, si va, si va speranzosissimi. Arrivo, grande appagamento, oltretutto siamo quattro signore non giovanissime con gruppo maschile di tutto rispetto. Gioia aumentata dal fatto che il rifugio festeggia il secolo dalla sua costruzione. Il temporalino che ci coglie lungo la discesa è quasi una benedizione.