Sentiero Alto della Valceresio (VA)
Domenica 10 maggio, cielo terso e blu che più blu di così nonsi può; aria
gradevolmente mossa come un buon vino o, per gliastemi, come un'acqua
tonico-brillante, una gazzosa-sprite;temperatura che accarezza: doni
meteorologici per farciapprezzare al top i nostri luoghi.
Oggi infatti c'è in programma il sentiero alto della Valceresio chesi ripropone
annualmente. Siamo più di una ventina nel punto diritrovo che, in questo caso, è
proprio il centro del paese, nella piazza della chiesa parrocchiale. Ventina
eterogenea, non solo seniores o quasi, ma anche giovani.
La natura che ci attornia è d'un verde nuovo, tenerissimo, illuminato dal
biancore predominante, che parte dal sottobosco con veroniche, angeliche,
mughetti, anemoni, per salire ai biancospini, ai roveti, pure un po' rosei, ai
ciliegi selvatici e, dulcis in fundo, anche per il profumo inebriante, alle
acacie.
Sì le nostrane robinie, proprio la loro fioritura dal profumo di miele, sorprese
una mia amica emiliana che non ne conosceva l'esistenza. Scendendo dal treno, la
prima volta nella nostra valle, un'impressione piacevolissima, fiori ed olezzo
d'acacie … Sta di fatto che da allora, ovviamente per motivi più seri, abita
stabilmente qui. Tali piante odorose sono state comunque un ottimo biglietto da
visita!
Divagazione a parte, noi gammisti saliamo gradualmente, il dislivello è di circa
700 metri, ma non ce ne accorgiamo.
Lasciato il primo tratto-sentiero, lo sterrato è più ampio; chiacchierando
,ridendo, tacendo, ci ritroviamo in zona Alpe Tedesco, ai piedi del Poncione di
Ganna/Cuasso al Monte. Ora inizia un sentiero "caprareccio"che ci avvia verso la
cima. All'ultimo trivio, caparbi e tenaci (ci si deve sempre mettere alla
prova), scegliamo il percorso più impegnativo, (non "l'impegnativissimo" da
'ragni di Lecco' alle nostre spalle).
Dopo esserci imbattuti in un monolite, gigante buono e accogliente, e dopo una
piccola scalata rupestre, tocchiamo la Croce di vetta .Panorama a 360 gradi; per
la limpidezza, qualcuno scorge perfino qualche grattacielo milanese. Sosta
ristoro magnesio e potassio.
Siamo sul crinale, dopo poco il gruppo si divide: val Pessina verso l'arcodi
roccia o dritti, dritti al Minisfreddo indi San Bernardo. A ognuno la suaalea.
Sorrisi, incoraggiamenti, decisioni all'ultimo minuto, dopo essersi chiesti "Ce
la farò? Non ce la farò?" ed appuntamento alla statuetta bronzea del Santo che
domina Bisuschio.
Certo che chi sceglie la prima opzione un poco rischia, brividi e sudorini.
Raggi del sole a perpendicolo e gruppo che si compatta sotto il tricolore che
sventola, piaceri del palato all'aria aperta e meritatissimo relax.
Considerazione botanica: al candore di cui sopra, ecco si unisce il porpora, più
o meno intenso, delle peonie, dal profumo dolce e delicatoed il rosa vivido
delle basse sassifraghe abbarbicate al terreno roccioso.Terreno che si fa più
arduo, pendenza che aumenta ... e ia verso il monte Rho ed il Crocino di
Arcisate. Abbiamo già qualche chilometro alle spalle e la digestione in corso,
occorre più impegno ed attenzione per lo scoscendimento. Quanto ci disseta
l'acqua della fontana arcisatese al termine del bosco! Non solo. Birra o gelato
per concludere in bellezza, per le ultime soddisfatte considerazioni, per i
ringraziamenti, per gli appuntamenti G.A.M.