Punto interrogativo: meteo sfavorevole per domenica 11 maggio. In forse il caro e lungo sentiero alto della Val Ceresio che ogni anno di questi tempi il G.A.M. mette in programma. Però questa mattina il cielo è terso, l'aria allegra con brio. Il numero dei partecipanti lievita dai 23 iniziali a 39, più una dolce cagnona di nome Onda. Ci sentiamo come i 40 ladroni di Ali Babà pronti ad aprire il nostro Sesamo - Arco di roccia.
In realtà ci limitiamo a rubare gioie a Poncione, Minisfreddo, Rho in cambio dell'amorevole controllo della via montana che sentiamo un po' nostra. C'è sempre qualche GAMangelo che nello zaino nasconde cesoie e/o roncolette, pronto, alla bisogna, a liberare da eccessivi rigogli o indisciplinati cespuglietti il sentiero: ne godiamo noi permettendo ad altri di condividere il nostro naturalpiacere di camminare bene e sicuri. Ci imbattiamo in piccoli gruppi di Vergiate, Legnano, più locali della Valganna. I sorrisi, le battute, le richieste di indicazioni, le informazioni da parte di chi incontriamo, sono sempre gradite e stimolanti.
Da Bisuschio la via per raggiungere il Poncione, oltre l' Alpe Tedesco, è una similstatale alpestre, tanto è larga; il fondo un po' sassoso ma, via via, in terra battuta, ammorbidita, qua e là, da soffici strati di foglie morte. Le ascese (parolona!) alla prima vetta sono: - difficile, da nord, perchè ci si arrampica utilizzando anche le mani a causa delle rocce verticali emergenti, coraggio ed intraprendenza; - di media difficoltà, ripida e sassosa nell'ultima parte; - facile, zigzagante dolcemente, più lunga ... per chi non ama correre rischi. Sta di fatto che al Poncione, già dopo le 9, ci guardiamo intorno ad angolo giro, niente limita l'orizzonte. Una rosa dei venti (ops monti) permette di orientarsi ed individuare, se non proprio le cime - lieve foschia avvolgente -, la posizione del Cervino, del Rosa, del Monviso, prossime le Prealpi Luganesi. Ammiriamo però perfettamente aquilegie e/o amor nascosto, peonie, iris (piccoli arcobaleni terrestri, dedicati a Tiziana), enormi ombrellifere come romantiche trine della nonna. E poi e poi ... rose canine, maggiociondoli, biancospini. Potremmo aggiungere al titolo (Alta Valceresio) in fiore.
Al San Bernardo - Minisfreddo sosta, chiacchiere, pic-nic alpino con
scambio finale, ecco perchè alpino, di vino da compagnia, grappette aromatiche,
elisir alla liquirizia a chilometri zero, centellinando, per Bacco,
moderatamente. Tranquilli l'allegra brigata è in grado di scendere. Lasciato il
Rho, oltre il pendio scosceso, risaliamo un poco, ferventi e riconoscenti, alla
"Madona del Robi", come è inciso, o dei rovi, come alcuni
sostengono(mah!), cappellina rustica e pregevole nella sua semplicità. Di fronte
una scaletta di pietra porta ad un romito angolo di ristoro con due tavoli e
panche di pietra grezza; peccato che madre Natura li sta facendo suoi, perchè il
tutto è trascurato
. Forse riusciamo a saperne di più ... anzi, è un invito, chi ne sa può informare il G.A.M. Termino, riconoscente, confidando in una Vs risposta.